Piove.
Piove, Piove, Piove.
P-i-o-v-e.
Poi smette di piovere e comincia a PIOVERE. Qualcuno dice: “piove che dio la manda”. Non saprei, ma chiunque sia che lo fa, ne sta mandando giu’ TANTA. Se e’ lo stesso che quando gli sono girati i 5 minuti ha fatto venire il diluvio, siamo a posto! E’ iniziato ieri l’altro, proprio mentre stavamo dando fondo e sul momento l’abbiamo presa anche bene. Con il caldo che faceva ne ho approfittato di nuovo per sfruttare la pioggia come doccia naturale e lavarmi finalmente senza la solita parsimonia nell’uso dell’acqua tipica della vita a bordo. Che bello!!! Mi e’ sembrato di tornare bambina, quando mia madre ci lasciava andare a goderci i temporali estivi sul terrazzo, con grande disappunto delle mamme del vicinato, che la ritenevano una pratica selvaggia, ma non sapevano come giustificare con i propri figli il fatto che a noi fosse permesso e a loro no. Il bello pero’ e’ finito con la doccia, la pioggia no. Questo accadeva un giorno e mezzo fa e ancora piove. PIOVE? Piove al punto che non si puo’ chiamarla pioggia, nel senso di gocce d’acqua che scendono dal cielo. Anche “precipitazioni” suona inadeguato. Sembra piuttosto che l’atomsfera intorno sia fatta d’acqua. Per un giorno e una notte intera e poi per un altro giorno. Oggi, per cambiare, ci si aggiunge il vento. “Raffichette” fino ai 30 nodi. Come da previsione. Ennesimo allerta meteo proprio con quel vento da sud che tanto ci farebbe comodo per risalire. Ma non importa. Ormai siamo vicini alla destinazione e possiamo prendercela calma. Pero’ restare confinati due giorni a bordo e’ un po’ troppa come calma, anche perche’ raggiungere la costa, pur non lontana, con il battellino in queste condizioni di vento e la fortissima corrente che attraversa il canale che ci separa dalla terra ferma non e’ consigliabile. Poco male, si fa di necessita’ virtu’ e ci si dedica a lavoretti vari che, non essendo urgenti, vengono sempre rimandati quando c’e’di meglio da fare. E poi vuoi mettere? Stiamo raccogliendo secchi d’acqua a volonta’ per fare tutto il bucato che vogliamo. Intorno a noi scenari bizzarri:
Intanto piove ancora e, quando pensiamo che piu’ di cosi’ davvero non possa venirne giu’, scopriamo di sbagliarci.
Claudio paragona la situazione all’essere confinati in un rifugio alpino con fuori la tormenta di neve. Alla fine aggiunge laconico: almeno il rifugio sta fermo e non ci si deve preoccupare che l’ancora tenga!
D’altra parte qualcuno potrebbe dire che me la sono chiamata, con la tirata sui condizionamenti dati dal meteo di qualche scritto fa. Si vede che sono stata presa alla lettera e messa alla prova: prima con una sosta forzata (ma MOLTO gradita) a Tweed Heads a causa dell’ALLARME TSUNAMI emanato per tutta la costa orientale australiana. Poi questa bassa pressione monsonica che si estende dal Northern Territory al Queensland e ora anche il vento forte da sud, che ci fa ballare e stare sul chi vive ad ogni tiro di ancora. Almeno speriamo che ricacci indietro la pioggia, come ci si aspetta. A due passi da noi, di la’ dal muro d’acqua e di corrente a 3 nodi, la Gold Coast, con i grattacieli di Southport e Surfers Paradise,
la trafficata strada litoranea, i centri commerciali grandi come citta’. Eppure basta dargli le spalle per poter credere di essere nel posto piu’ sperduto e selvaggio del mondo, dove pochi fortunati naufraghi hanno trovato modesto riparo e aspettano, ciascuno chiuso nella propria piccola arca, che cessi il diluvio.
Ciao una qualunque,
scrivi molto bene e i tuoi racconti mi fanno venire voglia di partire.
Comunque ti seguo e spero di leggerne dei nuovi.
Non si sa mai che mi venga voglia di salire pure io a fare un giro in
catamarano.
Salutoni.