Ciao capitano

In ricordo di un compagno di tante avventure, oceaniche e non, che descrivevo così: Il Capitano.

Buon vento, Claudio

Terra in vista?

E’ strano come in una sera di luna che illumina il profilo delle montagne poco distanti, mentre mi godo l’odore dell’erba tagliata di fresco, con il sottofondo sonoro del torrente che scorre poco più in là  e l’accompagnamento dei grilli, mi assalga una prepotente nostalgia delle notti solitarie al timone durante la traversata del Mar dei Coralli, quando odori, suoni, colori e persino il cielo stellato erano completamente diversi da qui.
Riflettendoci un po’, però, capisco quale sia il collegamento emotivo che ha provocato la nostalgia di un tempo e un luogo così differenti e lontani: la sensazione di sospensione che mi avvolgeva durante le lunghe traversate assomiglia molto a quella provocata dall’isolamento imposto dal contagio. Il ritmo a bordo scandito intorno alle necessità fondamentali dei pasti, della veglia e del sonno e dei turni al timone, gli spazi vuoti riempiti dagli immancabili lavori di manutenzione, lettura e contemplazione della vastità oceanica. Anche il carteggio ridotto all’osso: si fa il punto una volta al giorno per verificare l’avanzamento nelle 24 ore.
Mi ricordo che quando avvistammo la costa australiana ero combattuta tra la gioia di aver raggiunto la meta ed il desiderio di restare ancora in mare aperto, in quella bolla magica di essenzialità. Non avevo poi tutti i torti, visti i numerosi affanni della navigazione sotto costa, la corrente contraria, gli scogli affioranti, gli ancoraggi, gli ormeggi, complicati dal ciclo delle imponenti maree, e poi i regolamenti, la burocrazia.
La sensazione che ho adesso, alla vigilia della fase 2, non è molto differente. Vedo la costa, sono contenta, ma non sono sicura che sarà più facile del mare aperto.

Emozione andalusa

La bellezza dell’Andalusia si è andata depositando lievemente, ad ogni arabesco, patio fiorito, ceramica vivace, viale alberato, piazza soleggiata, espressione del calore umano, fino a trasformarsi in commozione profonda di fronte a questo spettacolo a cui abbiamo assistito in una piazza di Granada, baciata da un sole quasi estivo, e circondata da un pubblico di turisti, ammaliati, come me, dall’armonia di musica e movimento.
Dopo, neanche la calca al belvedere sull’Alhambra è riuscita a romperne la magia.