UN’ONDATA DI ENERGIA

Spiaggia da surf ad Agnes Water

Spiaggia da surf ad Agnes Water

La bella giornata che sta finendo, con un ennesimo tramonto di fuoco, non so proprio come raccontarvela. E’ una di quelle in cui non hai fatto niente di PARTICOLARE, ma ti ritrovi stanchissima e appagata, con la sensazione di essere piu’ che mai VIVA. Direi che rientra alla perfezione nel mio motto, SFATTA, MA SODDISFATTA. E’ cominciata prestissimo e un po’ sottotono, dopo una notte disturbata di poco sonno. Il catamarano, ormeggiato alla foce di un fiume e quindi in balia delle forti correnti entranti e poi uscenti, gemeva rumorosamente ad ogni tiro di catena. Sveglia dalle 2 di mattina, mi alzo poco dopo le 6 per ascoltare il bollettino meteo, essendo l’unica che ha qualche chance di capire l’inglese rapidissimo e biascicato in cui viene trasmesso. Ho mal di testa e non mi sento esattamente di buon umore. Pero’ manteniamo il programma della giornata: si va a piedi via strada ad AGNES WATER, a 6 km di distanza da TOWN OF 1770, dove siamo ormeggiati. Una fermatina all’internet point per info sul proseguio del viaggio e poi Silvia ed io contiamo di andare a correre lungo la magnifica spiaggia da surf che collega i due paesini passando dall’altro lato del promontorio. Visto che Paola e Rosetta si uniscono a noi, facciamo camminando il ritorno via spiaggia (quindi altri 6 km, che fa gia’ 12). Lo spettacolo, anzi l’atmsofera, e’ indescrivibile. Il lungo arco della spiaggia, resa ampissima dalla bassa marea, si stende davanti a noi in una giornata di luce abbacinante. Il vento da sud-est, che ci costringe in questi giorni all’ancora, solleva onde spumeggianti da surf, che i locali cavalcano con disinvoltura. Non resisto: mollo lo zaino alle ragazze e corro in acqua. Salto alle prime onde, mi tuffo sotto a quelle sempre piu’ grandi mentre avanzo lentamente fino a che mi lancio a nuoto per prenderne qualcuna in un eccitantissima corsa di BODY SURF. L’acqua non e’ fredda e, inaspettatamente, neanche il vento, che di solito non permette di rimanere fuori bagnati per piu’ di qualche minuto. Ad ogni onda mi sembra di riacquistare un po’ della vitalita’ perduta durante la notte insonne. Alla fine raggiungo le ragazze entusiasta e continuiamo fino alla fine della spiaggia. Le onde lasciano una sottile pellicola d’acqua sulla sabbia trasformando la zona del bagnasciuga in uno specchio ininterrotto di km su cui si riflette tutto il paesaggio e noi che ci siamo dentro. Arrivate a destinazione Silvia ed io ci vestiamo per la corsa, occultiando in nostri zaini nella vegetazione che delimita la spiaggia, praticamente deserta, ed ora resa piu’ stretta dalla marea salente. Vento in faccia, aria di mare, onde che frangono, gambe che vanno da sole, ci sembra un SOGNO. E non e’ ancora fintia, perche’, al termine della corsa (per un totale di 24 km percorsi oggi a piedi) anche Silvia, finora riluttante a bagnarsi, si fa tentare dalle onde, sebbene siano sempre piu’ alte e ravvicinate. Dopo un inizio titubante, la vedo illuminarsi di un sorriso sempre piu’ smagliante. ha gli occhi che brillano per la novita’ e diventa sempre piu’ audace, al punto che debbo fermarla perche’, si sa, la corrente puo’ facilmente portare a largo e rendere difficile tornare a riva. ci asciughimao in fretta e ci incamminiamo sul snetiero che si inerpica sul promontorio per portarci dall’altra parte, dove ci aspetta uno spettacolo completamente diverso, ma altrettanto mozzafiato. Al riparo dal vento, le barche all’ancora nella foce punteggiano l’acqua calma del fiume, che si fonde con il mare, formando meandri tra i banchi di sabbia che la marea entrante sta sommergendo, formando frangenti che sembrano quasi fuori luogo, cosi’ a pochissimi metri dall imbarcazioni tranquillamente ancorate. E’ quasi il tramonto. Una doccia rapida sulla spiaggia e poi con un fischio avvisiamo l’equipaggio dell’Andromeda che puo’ venirci a prendere con il battellino. Arriviamo a bordo mentre il cielo si tinge di rosso verso il mare aperto e da dietro gli alberi spunta il disco perfetto di ghiaccio della luna. Ho ancora i capelli bagnati e fa freddino, ma non riesco a chiudermi dentro. Seduta a prua, mi godo quel poco che resta del giorno. Non riesco a smettere di fissare il mare, l’orizzonte rosso, la luna, le prime stelle che punteggiano il cielo sempre piu’ scuro. Sono sopraffatta dalla familiare, ma non per questo meno struggente sensazione che accompagna tanti tramonti, cosi’ come tante cose belle che finiscono, in bilico tra la felicita’ di averle vissute e la tristezza di doverle abbandonare. Ce ne saranno altre, ne sono sicura, perche’ di stare cosi’ bene no ci stanca mai.

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