SONNO

Voglio parlarvi di un compagno fisso in questa traversata, la cui presenza, dapprima discreta, si e’ fatta via via piu’ assidua e invadente, fino a diventare eccessiva. Non mi riferisco al vento, purtroppo, ma al SONNO. E’ lui che mi fa compagnia in questo momento, mentre, seduta a poppa per uno dei miei turni notturni di “vedetta”, provo a scrivere qualcosa alla luce del frontalino, per distrarmi e non cedere alle sue lusinghe.
Essendo solo in due, la navigazione e’ organizzata a turni di due ore a testa al timone o comunque di vedetta, se le condizioni permettono di usare l’autopilota. Mentre uno e’ di turno l’altro dorme, se manovre o situazioni particolari non richiedono la presenza di entrambi. Non sono mai due ore di sonno piene. Si perde tempo nel cambio, aggiornandosi sulla situazione, mutamenti di vento o di rotta, presenza di correnti, difficolta’ di conduzione e quant’altro. Si dorme vestiti, spesso buttati lì in dinette, con l’imbrago di sicurezza ancora addosso, pronti a scattare se l’altro chiama. Non si dorme mai profondamente, una parte di noi sempre pronta a percepire i segnali che la barca, con i suoi sussulti e scricchiolii, ci manda. Claudio soprattutto, potendo fidarsi il giusto della mia poca esperienza, pisola appena con l’orecchio sempre teso. Spesso sono io stessa a non fidarmi delle mie valutazioni e lo sveglio, poveraccio. Ha la fortuna, pero’, di addormentarsi subito. Io, invece, ci impiego sempre un po’ e capita che le due ore si riducano ad appena mezz’ora di sonno. La STANCHEZZA si accumula. Se nei primi giorni ci si presentava puntuali e pimpanti al proprio orario, ora si comincia a sforare, costringendo il pilota di turno allo sgradevole compito di svegliare l’altro.
Appena emersa da un sonno poco ristoratore, con lo scafo che picchiava colpi sulle onde ogni volta come per schiantarsi, mi incappuccio ben bene e inforco gli occhiali, ma e’ di occhi nuovi e SVEGLI che avrei bisogno per le mie due ore di veglia nel buio pesto di un orario ancora senza luna, con il catamarano che fa fatica a tenere la rotta e mi costringe a fissare l’ondeggiare ipnotico della bussola, da cui posso staccarmi per solo pochi secondi, il tempo per scrutare tutto attorno e scoprire un puntino in lontananza. Sarà una stella bassa sull’orizzonte? La perdo di vista, forse e’ solo un riflesso, no eccolo di nuovo, e’ o non e’ una nave? Ma non posso distrarmi troppo, la barca mi prende la mano e se ne va all’orza. Torno a farmi ipnotizzare dalla bussola, poi a scrutare l’orizzonte, mentre l’unica cosa che vorrei adesso e’ poter chiudere gli occhi e lasciarmi andare!
Guardo l’orologio speranzosa, ormai deve mancare poco al cambio, questione di minuti… che le lancette quantificano, impietose, in poco mendo di SESSANTA! Non e’ possibile! Se un miglio nautico corrisponde a quasi 2 km, vuoi vedere che qui un’ora dura il doppio?

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