QUELLO CHE MANCAVA

Se una si e’ presa la briga di attraversare mezzo mondo per arrivare fin qua, mi sembra logico che poi non voglia farsi mancare nulla. Per questo dopo gli equilibrismi sui frangenti, le navigazioni notturne impreviste, lo slalom tra le secche dei canali tra Broadwater e Moreton Bay (questa non ve l’ho raccontata, comunque diciamo che abbiamo voluto sperimentare quanto si poteva sgarrare fuori dai paletti prima di arenarsi e la risposta e’ NIENTE!) e ancora dopo le piogge monsoniche, l’allarme tsunami, il fuoribordo del tender che ci pianta in asso nel bel mezzo di un canale con la corrente a 4 nodi, il pelo fatto con l’albero ai cavi dell’alta tensione, la cui altezza dichiarata era evidentemente superiore a quella reale, come cieligina sulla torta, quando ormai ci sentiamo al sicuro, ecco che arriva il CICLONE TROPICALE. Si chiama ULUI e viaggia spedito nel mar dei Coralli tra la Nuova Caledonia e l’Australia. Piuttosto “fortino”, oscilla tra la 4 e 5 categoria (la massima), ma punta a nord ovest, non dovrebbe riguardarci. Il condizionale e’d’obbligo, infatti dopo qualche giorno decide di girare a sud e allora sí che cominciamo a tenerlo d’occhio. Il meteo marittimo comunque non gli da troppo peso: probabilmente rimarra’ molto a largo delle coste Australiane. Pero, visto che prima andava a nord e poi e’girato a sud, chi ci garantisce che non cambi di nuovo idea? INFATTI, dopo qualche giorno la probabilita’ che resti a largo sparisce dalle pagine meteo e, guarda caso, ULUI ora punta DECISAMENTE verso la costa del Queensland.

Ului

Grafica di Ului

Noi dovremmo essere abbastanza a sud da essere fuori pericolo. Non per niente ci siamo fermati qui, visto che piu’ a nord e’ ancora stagione di cicloni. Non e’ che Brisbane sia immune dai cicloni, ma sono piu’ rari e l’ultimo e’ stato molto tempo fa. APPUNTO! E se ULUI volesse fare l’anticonformista? Cosi’ cominciamo a seguirne gli spostamenti con regolarita’ due volte al giorno, sul sito meteo del governo australiano e su Weather Underground. Tanto per mettere un po’ di pepe sulla situazione, le due fonti discordano ampiamente riguardo all’intensita’ attuale e prevista del ciclone, cosí come riguardo a DOVE e QUANDO colpira’ la costa Australiana. Proviamo a consolarci: in fondo per generazioni i navigatori hanno fatto senza internet. Intanto ULUI rallenta, ma non demorde. Poi arrivano i segni che bisogna cominciare a preoccuparsi ufficialmente: il primo e’ un sms di Alessandro, navigatore italiano con famiglia che abbiamo incontrato una settimana prima, ora all’ancora a Brisbane, che ci chiede dove siamo e ci avvisa che c’e’ in giro un ciclone. Non ti sbagli, quando si attiva il tam tam, la cosa si fa seria. Poi il responsabile del cantiere che dovrebbe tirare su la barca per metterla in secca viene a dirci che si riserva di non procedere a seconda di cosa faccia ULUI. Comincia cosi’ l’attesa snervante nel piccolo affluente del Brisbane river in cui siamo alla fonda, davanti al cantiere. Niente da dire, se arriva ULUI siamo piu’ al sicuro qui che nel fiume principale, soggetto a piene notevoli in caso di ciclone. Certo che non e’ esattamente il paradiso, con un pessimo fondale che non da non sicurezza neppure con due ancore, zanzare e moschini malefici e una raffineria che va giorno e notte con un rombo costante. Acqua ovviamente off-limits. Per NOSTRA fortuna ULUI se ne rimane a nord e qui non arriva neppure una bava di vento. Nel giorno e l’ora stabiliti il travel-lift solleva Andromeda.

Andromeda va a riposarsi

L’attesa e’ finita. La vacanza anche. Non torneremo di nuovo in acqua, al contrario di quanto era inizialmente previsto. Ma non mi lamento. Il notiziario radio sciorina l’elenco dei danni provocati da ULUI nel paradiso tropicale di Whitsunday. Le foto sui giornali di barche fracassate sbattute a terra dal ciclone parlano chiaro: siamo stati fortunati.

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